SPETTINATE
Luogo_e
24 febbraio - 29 aprile 2023
giovedì, venerdì, sabato 14 - 19
Inaugurazione venerdì 24 febbraio, dalle 14 alle 21
Apuleio, Hans Bellmer, Nicole Colombo, Lucas Cranach il Vecchio, Giulio Delvè,
Giacomo Giacomo, Lucia Leuci, Moctar Ndiaye, Djaimilia Pereira de Almeida, Marta Pierobon, Marika Ricchi, Alessandra Spranzi, David Foster Wallace, Lionel Yamadjako, Autore Sconosciuto
Si pensi a qualcosa di sottile, sottilissimo, in apparenza fragile, ma resistente agli urti, agli strattoni, agli strappi, ai colpi di testa. Quel qualcosa sopravvive al tempo, ai tempi che cambiano, alla storia che si ripete.
Si può dire che abbia un suo colore, il quale può essere mille e più colori, ma non è raro che cambi, che scolorisca nel tempo. Secondo i gusti e le intenzioni, si può anche tingere e ricolorare. È qualcosa di pressoché universale, eppure in ciascuno intimamente personale. Soggettivo, ma intriso di consuetudini e tradizioni fino alla radice. Debitore delle conquiste del passato o vittima dei suoi soprusi, spesso bandiera al vento per le rivendicazioni del futuro.
Da un punto di vista anatomico è libero a metà – comincia sempre in un punto preciso, ma si allunga, si estende, e potrebbe crescere all’infinito. Anche il suo stare nel mondo è libero a metà: ancorato a stereotipi e aspettative, è tirato e ritirato da forze opposte, che lo vorrebbero ora seducente, ora repellente per sfuggire dall’obbligo di sedurre; ora fedele alle mode, ora controcorrente per non obbedire alla moda; ora messo in piega dalle tradizioni, ora immagine di un taglio netto con la tradizione; ora tutto estetico, ora antiestetico in nome di un fine – o quantomeno di un messaggio – etico, poetico, politico.
Forse qualcuno a questo punto avrà capito, si parla del capello. Anzi, dei capelli, quelli di tutte e di tutti, di ogni dove e di ogni quando. La mostra prova a raccontare, mostrandole, le nature e le culture dei capelli – non tutte, sarebbe pretenzioso e presuntuoso, ma si vorrebbe riuscire a metterne in evidenza la pluralità di forme e significati.
Ecco perché luogo_e più che a un catalogo ha pensato a un augurio, che dà il titolo alla mostra: l’augurio che le energie che ci muovono possano essere spettinate. Spettinate come tutte le creature animosamente indaffarate, scompigliate contro ogni forza pettinante, contro ogni mano acconciante, contro ogni istinto accomodante. Spettinate è dunque anche un imperativo: con tutte le forze, giorno dopo giorno, spettinate!