FOREST LUX di ROSA MUNDI con musiche di MARIO BAJARDI
La mostra di Rosa Mundi Forest Lux, curata da Andrea Guastella e commissionata dalla Regione Sicilia, Assessorato Cultura, ed esposta nell'unico museo regionale di arte contemporanea siciliano Palazzo Belmonte Riso dal dicembre 2021 ad aprile 2022, è stata successivamente richiesta a gran voce dal Comune di Ragusa ed esposta fino al 3 maggio ad Ibla per volontà dell'assessore alla cultura, e dal 5 maggio al 15 giugno è stata trasferita al Castello di Donnafugata, luogo più visitato in assoluto in Sicilia.
La mostra di Rosa Mundi è stata patrocinata dalla Presidenza della Regione Sicilia e assessorato Cultura e identità siciliana, il Direttore Arch.Luigi Biondo, dal sindaco di Ragusa e dall'assessore di Ragusa.
"A Ragusa nella città barocca rinata dopo il disastroso terremoto del 1693 che in un giorno di gennaio distrusse l’intero abitato dimezzando la popolazione, un’artista presente all’attuale Biennale di Venezia installa una serie di sette opere accompagnandole da un filo evanescente di musica. Rosa Mundi e Mario Bajardi presentano Forest Lux, un evento d’arte in quella che fu la chiesa di un importante convento domenicano, oggi trasformata in auditorium ma legato nel nome all’oratore apocalittico Vincenzo Ferreri, confratello santo nell’Ordine dei predicatori. L’allestimento è curato dal critico d’arte Andrea Guastella.
Nella navata le sfere armillari di Rosa Mundi s’inseriscono nel ritmo delle partiture architettoniche: sono macchine tridimensionali, realizzate con i cerchi secolari di botti di rovere, prese dalle cantine di un castello piemontese, poco sopra le Langhe, nel Monferrato. Questi intrecci di antico metallo sono velati da pellicole trasparenti, su cui appaiono immagini di animali senza tempo - le meduse - frammenti di civiltà, statue, corpi, colonne, cavalli. Dietro queste impalpabili figure filtra la luce, o meglio, appare. Il nome degli oggetti si rifà a strumenti di calcolo e previsione cosmica ma anche questo è solo una traccia del succedersi nel tempo. L’arte di Rosa Mundi ha una profonda e sincera dimensione sacra: racchiude l’intero arco del tempo, dagli elementi basilari che edificano e danno forma, nell’infinitamente piccolo, all’intero universo alla conclusione, già sottesa nell’atto del creare, dell’incontro con un mondo di luce. Tra la geometria dei principi e l’abbagliante sfolgorare della salvezza, esiste un trascorrere di corpi e di materia, di ere geologiche e civiltà millenarie, d’idee e di opere che nonostante l’intrinseca bellezza sono solo un succedersi di ombre raccolte nei cerchi delle sfere. Perché il cerchio non è una sezione ma la rotazione di un raggio, e il raggio non è un mezzo diametro ma il lato di un quadrangolo all’incrocio col proprio asse intorno a cui gira. Queste sfere armillari sono il concretarsi del tempo, il quadrato simbolico che si fa cilindro e quindi totalità: l’intero ha un principio e una fine, un’alfa e un omega, racchiude il tutto ma allo stesso tempo è racchiuso nell’essenza inconoscibile che l’ha generato e che attraverso se stessa, attraverso la luce, lo permea e lo svela. E’ così importante avere posto questa installazione nel tempio dei padri domenicani, la cui identità cristocentrica svela la salvezza, l’ingresso nella luce, lo spezzarsi del ritmo altrimenti inarrestabile della rotazione geometrica. Il dramma necessario dell’Iscariota, il tradimento, il deflagrare improvviso della salvezza che diventa così possibilità concreta e ricongiunge la fine con l’inizio dando pienezza e significato all’intera creazione è qui, a Ragusa, reso evidente nella chiesa conventuale dell’ordo fratrum praedicatorum che completa il ciclo altrimenti eterno e immutabile delle Sfere. Quanto è contenuto nelle immagini, è solo traccia di materia che si ricompone in forme differenti, ciclo obbligato in assenza di salvezza. Ciclo e allo stesso tempo cerchio, in cui si rimescolano i sedimenti della storia: allo stesso modo la musica di Mario Bajardi, sostenuta da un ritmo e potenzialmente infinita è la naturale e limpida forma sonora del loro infinito ruotare. Le sfere armillari e la loro voce, la chiesa - ora auditorium - e il suo significato sacro di passione e liberazione dalla schiavitù della vita fisica diventano così un’opera unica, di valore escatologico e struggente bellezza.
Ben lo ha colto il Curatore, Andrea Guastella, evidenziando il significato profondamente individuale che Forest Lux può indurre in chi la percorre: “I più curiosi cercheranno in questo incontro tra luce e suono un significato mentale: né esplicitamente visivo, né esplicitamente musicale. Leggeranno avidamente le didascalie alla ricerca di informazioni biografiche, contestuali. Dichiareranno con voce ferma che il senso dell’opera risiede in questo o in quel particolare, magari postulando che la musica sia ispirata dalle immagini, o che le ultime rielaborino una qualche percezione suggerita dalla musica. Il che, in un certo senso, è vero. Ma si tratta della classica verità superficiale che veicola un senso più profondo. Musica e luce, come Eco e Narciso sono amanti impossibili, che non si possono incontrare. Una volta entrati nella foresta, tanto l’una quanto l’altra susciteranno negli ignari (e fortunati) visitatori un senso di spaesamento che potrà sì indurli a cercare appiglio in qualche dato positivo, ma potrà anche liberarli, indirizzandoli a percorrere un sentiero personale. E se pure, a dispetto dell’evidenza, le sfere armillari li convincessero dell’esistenza di un percorso preordinato – la vista, si sa, è stata sempre ritenuta un prolungamento del cervello, come la visione fotografica è stata scambiata, quando non lo è affatto, per un’affidabile copia del reale – la musica, con le sue apparenti incertezze, i suoi abbandoni, i suoi stridori e dissonanze, svelerà loro che le immagini, come Rosa Mundi sa benissimo, dipendono solo dal punto di vista”.
Massimiliano Reggiani con la collaborazione di Monica Cerrito
Forest Lux
di Rosa Mundi e Mario Bajardi
Castello di Donnafugata, Ragusa
dal 5 maggio al 15 giugno 2022
Orari di apertura: 9-19, lunedì chiuso
FOREST LUX by ROSA MUNDI with music by MARIO BAJARDI
The Rosa Mundi's Forest Lux exhibition, curated by Andrea Guastella and commissioned by the Sicily Region, Department of Culture, and exhibited in the only regional museum of Sicilian contemporary art Palazzo Belmonte Riso from December 2021 to April 2022, was subsequently requested loudly by the Municipality of Ragusa and exposed until May 3 in Ibla at the behest of the councilor for culture, and from May 5 to June 15 it was transferred to the Donnafugata Castle, the most visited place in Sicily.
The Rosa Mundi exhibition was sponsored by the Presidency of the Sicily Region and Sicilian Culture and Identity Department, the Director Arch. Luigi Biondo, by the mayor of Ragusa and by the councilor of Ragusa.
"In Ragusa, in the baroque city reborn after the disastrous earthquake of 1693 which destroyed the entire town on a January day, halving the population, an artist present at the current Venice Biennale installs a series of seven works accompanied by an evanescent thread of music. Rosa Mundi and Mario Bajardi present Forest Lux, an art event in what was once the church of an important Dominican convent, now transformed into an auditorium but linked in the name to the apocalyptic orator Vincenzo Ferreri, a holy brother in the Order of Preachers. The exhibition is curated by the art critic Andrea Guastella.
In the nave, the armillary spheres of Rosa Mundi fit into the rhythm of the architectural scores: they are three-dimensional machines, made with age-old circles of oak barrels, taken from the cellars of a Piedmontese castle, just above the Langhe, in Monferrato. These weaves of ancient metal are veiled by transparent films, on which images of timeless animals appear - the jellyfish - fragments of civilization, statues, bodies, columns, horses. Behind these impalpable figures the light filters, or rather, it appears. The name of the objects refers to tools for calculating and cosmic forecasting, but this too is only a trace of the succession over time. Rosa Mundi's art has a profound and sincere sacred dimension: it encompasses the entire span of time, from the basic elements that build and shape, in the infinitely small, the entire universe to the conclusion, already underlying in the act of creating. , of the encounter with a world of light. Between the geometry of principles and the dazzling glare of salvation, there is a passing of bodies and matter, of geological eras and millenary civilizations, of ideas and works that despite their intrinsic beauty are only a succession of shadows gathered in circles of the spheres. Because the circle is not a section but the rotation of a radius, and the radius is not a half diameter but the side of a quadrangle at the intersection with its own axis around which it turns. These armillary spheres are the concretization of time, the symbolic square that becomes a cylinder and therefore totality: the whole has a beginning and an end, an alpha and an omega, it encloses the whole but at the same time is enclosed in the unknowable essence that generated it and that through itself, through the light, permeates it and reveals it. It is so important to have placed this installation in the temple of the Dominican fathers, whose Christocentric identity reveals salvation, the entrance into light, the breaking of the otherwise unstoppable rhythm of geometric rotation. The necessary drama of the Iscariot, the betrayal, the sudden explosion of salvation which thus becomes a concrete possibility and rejoins the end with the beginning, giving fullness and meaning to the entire creation is here, in Ragusa, made evident in the convent church of the orthodox fratrum praedicatorum which completes the otherwise eternal and immutable cycle of the Spheres. What is contained in the images is only a trace of matter which is recomposed in different forms, an obligatory cycle in the absence of salvation. Cycle and at the same time circle, in which the sediments of history are mixed: in the same way Mario Bajardi's music, sustained by a rhythm and potentially infinite, is the natural and clear sound form of their infinite rotation. The armillary spheres and their voice, the church - now the auditorium - and its sacred meaning of passion and liberation from the slavery of physical life thus become a unique work of eschatological value and poignant beauty.
The Curator, Andrea Guastella, has grasped this well, highlighting the profoundly individual meaning that Forest Lux can induce in those who walk through it: “The most curious will look for a mental meaning in this encounter between light and sound: neither explicitly visual nor explicitly musical. They will eagerly read the captions in search of biographical, contextual information. They will declare with a firm voice that the meaning of the work lies in this or that particular, perhaps postulating that the music is inspired by images, or that the latter rework some perception suggested by the music. Which, in a sense, is true. But it is the classic superficial truth that conveys a deeper meaning. Music and light, like Echo and Narcissus, are impossible lovers, who cannot be met. Once they enter the forest, both of them will arouse in the unsuspecting (and lucky) visitors a sense of disorientation that may induce them to seek a foothold in some positive data, but it can also free them, directing them to walk a personal path. And even if, despite the evidence, the armillary spheres convinced them of the existence of a preordained path - sight, as we know, has always been considered an extension of the brain, as photographic vision has been exchanged, when it is not by no means, for a reliable copy of reality - music, with its apparent uncertainties, its abandonments, its screeches and dissonances, will reveal to them that images, as Rosa Mundi knows very well, depend only on the point of view".
Massimiliano Reggiani with the collaboration of Monica Cerrito
Forest Lux
by Rosa Mundi and Mario Bajardi
Donnafugata Castle, Ragusa
from 5 May to 15 June 2022
Opening hours: 9-19, closed on Mondays